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Puntata 1: Che aria respiriamo fuori e dentro casa?

Polveri sottili e inquinamento atmosferico causano circa 7 milioni di decessi ogni anno nel mondo. L’aria in Europa è sempre più inquinata e il pericolo per la salute arriva fin dentro ai luoghi chiusi – case, uffici, scuole – in cui trascorriamo il 90% del tempo. Nella prima puntata del podcast “Respira Salute” con il dottor Alessandro Marcon, Ricercatore in ambito di Epidemiologia e Statistica Medica all’Università di Verona, parleremo dei pericoli dell’aria inquinata fuori e dentro le nostre case, evidenziando l’importanza fondamentale di respirare un’aria salubre in ogni ambiente che viviamo.

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inquinamento ambientale e patologie

 

Dott. Alessandro Marcon, Ricercatore presso la Sez. di Epidemiologia e Statistica Medica, Dip. di Diagnostica e Sanità Pubblica, Università di Verona e Membro della Società Italiana di Statistica Medica e Epidemiologia Clinica (SISMEC)

 

Qual è l’attuale stato dell’inquinamento atmosferico in Europa e come influisce sulla salute pubblica, causando malattie croniche e decessi prematuri?

Prima dobbiamo intenderci su che cosa intendiamo per “inquinamento atmosferico”, e dobbiamo partire da una data storica: il 22 settembre 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica un report rivoluzionario, che contiene i nuovi livelli di riferimento per inquinamento dell’aria.

Per la tutela della salute, l’OMS prevede che le polveri più sottili, quelle che chiamiamo PM2.5, debbano essere al di sotto dei 5 microgrammi/metrocubo. Per intenderci, l’attuale soglia di legge in vigore in Europa, ma anche quindi in Italia, prevede 25 microgrammi/metrocubo; quindi è molto più alta.

Uno studio della Università di Utrecht e di un centro di ricerca svizzero ha valutato lo stato di esposizione della popolazione europea. Questo è stato ripreso di recente dal Guardian in un’indagine, e mostra che solo il 2% della popolazione europea vive in aree in cui l’inquinamento dell’aria rientra nei limiti previsti, raccomandati dall’OMS.

Allora, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che questo tipo di inquinamento ogni anno provoca fino a 7 milioni di decessi in tutto il mondo. La notizia positiva è che, di recente, la Commissione europea ha approvato un documento che prevede un aggiornamento dei limiti previsti dalla normativa. Quindi si scenderà per esempio per le PM2.5 a 10 microgrammi/metrocubo entro il 2030 e sarà previsto un’ulteriore discesa fino a 5, che è il limite previsto dall’OMS, entro il 2035.

Dove si trova l’inquinamento? In Europa, è la parte orientale quella più inquinata, con la Macedonia del nord al primo posto; seguono altri paesi dell’est come Serbia, Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e Albania. Però, alti tassi di particolato fine si trovano in Italia, specialmente nella Pianura Padana, una zona fortemente industrializzata. La localizzazione di inquinanti dipende anche dall’inquinante stesso, per esempio le polveri sottili, sono più diffuse nel territorio, mentre per gli ossidi di azoto, l’inquinamento è più localizzato nelle grandi città.

 

L’Italia è classificata al primo posto nell’Unione europea per le morti premature legate a particolato sottile, PM2.5, biossido di azoto, NO2 e Ozono. Quali sono le principali fonti di queste particelle inquinanti nel nostro paese e quali sono gli effetti sulla popolazione? E, soprattutto, ci sono fasce di popolazione, tipo bambini, anziani, più esposte?

Partiamo dagli effetti sulla salute. Ormai è chiarito che gli inquinanti dell’aria determinano un eccesso di patologie respiratorie, incluso il cancro ai polmoni, quindi sono anche un cancerogeno certo e dichiarato tale dalla AIRC. Aumentano il rischio di patologia cardiovascolare, metabolica; aumentano il rischio di infezioni, tipo infezioni respiratorie, perché indeboliscono la barriera epiteliale dei polmoni e delle vie aeree.

I meccanismi tramite i quali i diversi inquinanti agiscono sono vari, si va dall’aumentare dell’infiammazione di tessuti, aumentare del cosiddetto stress ossidativo, quindi ossidare i tessuti, al danno genotossico, quindi all’aumentare del rischio di sviluppare una patologia tumorale.

Per quanto riguarda le fonti, concentrandoci sulla Pianura Padana, possiamo dire che anche qui, in questo caso, c’è una differenza per i vari inquinanti. Giusto per parlare dei più importanti, gli ossidi di azoto sono molto legati al traffico stradale: oltre la metà delle emissioni di ossido di azoto vengono alle strade. Il particolato è un po’ differente perché non è un gas, ma è una miscela di particelle, liquide e solide di varie dimensioni. Anche il traffico è un importante, diciamo, contribuente alla quota di polveri sottili, ma le polveri sottili derivano anche da una serie di processi così detti “secondari”, per cui inquinanti vari presenti nell’aria reagiscono tra di loro e causano una produzione di polveri sottili.

L’Ozono poi è un’inquinante tipicamente secondario, diciamo, cioè non è emesso direttamente delle fonti, ma deriva da una reazione fotochimica, quindi la luce solare, soprattutto, reagisce con le particelle presenti, producendo l’ozono che è un forte agente ossidante. Tra le fasce più esposte direi che sono sicuramente i bambini, perché i bambini passano più tempo all’aria aperta, e i lavoratori, per quanto riguarda le esposizioni di tipo ambientale occupazionale. Però aggiungerei un elemento che è quello del rischio, perché non è solo l’esposizione a determinare il rischio, ma è soprattutto la vulnerabilità. Quindi le fasce più a rischio sono sicuramente gli anziani, i portatori di patologie croniche, come per esempio gli asmatici, ancora i bambini, perché il loro sistema immunitario e l’apparato respiratorio è ancora in evoluzione, e aggiungerei che l’inquinamento atmosferico è un problema di ingiustizia ambientale e quindi le ricadute dell’inquinamento atmosferico sono maggiori nei paesi più poveri, rispetto ai paesi più ricchi e, nel nostro paese, nelle aree meno sviluppate rispetto a quelle più sviluppate.

 

Dottor Marcon, i decessi causati dalle polveri sottili, quindi sembrano essere una delle principali preoccupazioni: da dove provengono principalmente queste particelle e quali misure potrebbero essere adottate per ridurne l’emissione?

Innanzitutto è giusto dire che i decessi sono il principale indicatore utilizzato, anche nel report OMS che citavo prima, per valutare gli effetti degli inquinanti sulla salute, perché sono più facile da misurare e i registri della mortalità sono presenti in tutti i paesi e sono molto standardizzati. Quindi c’è una ragione tecnica. Chiaramente sono anche l’evento sanitario estremo legato ad un’esposizione nociva.

Per quanto riguarda le fonti del particolato, possiamo e dobbiamo distinguere, come dicevo prima, tra fonti primarie e secondarie; tra le fonti primarie, quindi emissione diretta dalla fonte stessa, abbiamo la combustione non industriale di biomassa, quindi la legna e il pellet che bruciamo anche in piccoli impianti domestici è la principale fonte di polveri sottili nel bacino della pianura padana. Quindi questo sarebbe la prima area di intervento su cui agire: la limitazione o la riduzione di questo tipo di emissione.

Dopodiché è importante dire che le polveri si formano secondariamente da inquinanti quali quelli del traffico, gli ossidi di azoto per esempio; ma è anche importante per la pianura padana, l’origine di tipo animale, cioè l’allevamento intensivo è la fonte quasi esclusiva di Ammoniaca e la gestione del letame, la fertilizzazione del sistema agricolo, sono una fonte di dispersione di questo inquinante nel territorio e una delle principali fonti di particolato secondario, quindi il particolato si forma dalla gestione del letame, per esempio.

Ecco, un intervento importante sarebbe quello nel settore zootecnico, in quanto si può ridurre la presenza di questo inquinante agendo sulla dieta degli animali e sui sistemi di ventilazione.

Comunque, dobbiamo dire che la riduzione delle emissioni deve essere vista come un insieme di interventi, l’idea di co-beneficio. L’Unione Europea vuole ridurre l’emissione di gas serra del 55% entro il 2030 e la cosa positiva è che ridurre gli inquinanti serra ridurrà anche l’inquinamento atmosferico, quello che ha un effetto diretto sulla nostra salute.

Una cosa importante da dire è che qualsiasi intervento di riduzione dell’inquinamento è potenzialmente ripagato in termini economici, in quanto le simulazioni ci dicono che ogni euro speso per ridurre l’inquinamento dà un beneficio di otre cinque/sei volte la spesa affrontata.

 

L’inquinamento atmosferico spesso non suscita la stessa percezione di rischio immediato che ha avuto ad esempio il coronavirus. Quali sono i miti comuni o le percezioni errate legate all’inquinamento atmosferico e come possiamo educare il pubblico su questo problema che riguarda direttamente la qualità dell’aria che respiriamo?

È una domanda interessante. La percezione del rischio è una questione complessa: da un lato, gli effetti dell’inquinamento, soprattutto quelli cronici, non sono immediati. Quindi il fatto che si allontanino di molto dal tempo in cui siamo esposti, che avvengono molto dopo, rende difficile percepirli come un rischio immediato. Dall’altro lato, l’attribuzione proprio dell’evento di malattia all’esposizione è un fatto complesso. Per esempio il rilevamento di un decesso, la causa di un decesso, viene attribuita per esempio alla presenza di una patologia broncopolmonare nell’anziano, ma non c’è un riferimento all’esposizione a inquinanti.

Il riscaldamento globale sta un po’ accelerando la nostra capacità di percepire il legame tra le nostre azioni e le conseguenze delle stesse in ambito sanitario. Ecco, come possiamo educare il pubblico? Interessante questa questione delle percezioni errate. Per decenni abbiamo fatto confusione e la politica ha fatto confusione, tra emissioni climalteranti, quindi gas serra che riscaldano l’ambiente, e inquinamento chimico. Per esempio, è stata promossa per decenni in Italia e in Europa la vendita del diesel, al posto della benzina. Noi abbiamo moltissime auto a gasolio rispetto a gli stati uniti per esempio, moltissime di più. Questo perché il diesel è meno climalterante, però produce ugualmente un impatto importante dal punto di vista di inquinamento.

Altra cosa, altro mito da sfatare, che la legna, come dicevamo sia green… è vero che, diciamo, “chiude il cerchio”, per cui noi emettiamo la CO2 che viene assorbita dalla pianta nella crescita, però non è per niente sostenibile, perché altera gli equilibri, l’utilizzo del territorio; bisogna trasportare la legna dal punto del taglio al punto in cui viene utilizzata per come combustibile… Un’altra cosa importante: le emissioni nocive dalle auto non vengono solo dal gas di scarico. Per esempio, dai freni e dal consumo degli pneumatici derivano grandi quantità, una grande proporzione delle particelle che fanno parte del particolato. Quindi, diciamo, passare all’auto elettrica non sarà la soluzione di tutto, da punto di vista di inquinamento atmosferico.

Importante è l’educazione del pubblico, secondo me a partire dall’iniziative educative a livello scolastico. A partire, per esempio, dalla dieta: possiamo e dobbiamo mangiare meno prodotti di origine animale.

 

C’è un collegamento tra la qualità dell’aria esterna e quella all’interno delle nostre case? Cioè, come possiamo mitigare gli effetti dell’inquinamento atmosferico indoor, considerando che passiamo la maggior parte del tempo in ambienti chiusi?

Sicuramente c’è un’infiltrazione degli inquinanti dall’esterno verso l’interno delle nostre abitazioni. Però questo non è uguale per tutti gli inquinanti. Per esempio, il particolato, gli ossidi di azoto, sicuramente entrano dalle nostre finestre. Quindi, li troviamo all’interno delle nostre case ma derivano dall’esterno.

Altri inquinanti, come per esempio l’ozono, sono, diciamo, meglio “trattenuti all’esterno” in qualche modo. Questo dipende un po’ dalla reattività: specie come l’ozono o specie come la formaldeide, che derivano, per esempio, anche dal traffico veicolare, non tendono ad entrare dall’esterno, perché reagiscono molto rapidamente, rimangono quindi modificati all’esterno dalla stabilizzazione.

Però c’è da dire che molti inquinanti derivano proprio dalle nostre abitazioni. E quindi la formaldeide è uno di questi: è un inquinante cancerogeno, molto concentrato nelle nostre abitazioni, deriva non solo dalle combustioni che possiamo avere, ma soprattutto dai mobili, per esempio, diciamo i mobili in truciolare, contengono una resina urea-formaldeide, per lo più che viene rilasciata negli anni. I composti organici volatici sono molti.

E, una cosa importante, è che le nostre case diventano sempre più isolate dall’ambiente esterno. Questo è molto positivo, dal punto di vista del risparmio energetico; però ha una contro faccia, ovvero che in qualche modo, tendono a trattenere di più gli inquinanti interni.

Un report della Public Health Alliance europea, ripubblicato nel maggio 2023, conclude che gli inquinanti che derivano dall’utilizzo del gas a uso cucina, hanno ricadute sulla salute dei bambini e sulla salute degli adulti. Per esempio, aumenta il rischio di problemi di sviluppo del cervello dei bambini e, inoltre, ha effetti negativi anche sul sistema nervoso e respiratorio degli adulti.

Quindi, in generale, dobbiamo evitare il più possibile le combustioni all’interno delle nostre abitazioni… gli incensi e i profumatori d’aria non migliorano l’aria ma la peggiorano; quindi dobbiamo evitare in tutti i modi questo tipo di combustioni, e il ricambio d’aria potrebbe essere fatto, per esempio, nelle ore centrali della giornata in inverno, quando le condizioni meteorologiche sono tali da trattenere negli altri orari al suolo gli inquinanti, quindi ridurre la dispersione di inquinanti per esempio da traffico.

 

Quanto importante è la filtrazione dell’aria per garantire un ambiente domestico, scolastico più salutare?

Questa è un’area di ricerca in rapido sviluppo. Dobbiamo distinguere tra purificatori d’aria, che agiscono filtrando l’aria ma non scambiandola con l’esterno, e sistemi di filtrazione dell’aria che invece prendono l’area dell’esterno, la filtrano e la immettono nell’ambiente interno. Questo tipo di sistemi, diciamo, è sempre più di interesse nell’ambito della prevenzione delle ricadute delle malattie respiratorie.

Un report molto importante 2023, su una patologia che è la patologia respiratoria bronco-ostruttiva dell’anziano, si chiama BPCO come sigla, bronco pneumopatia, conclude che l’utilizzazione dei sistemi di pulizia dell’aria, “air cleaners”, riduce drasticamente le concentrazioni di polvere sottile all’interno dell’abitazione e può ridurre la esacerbazione di malattia dell’oltre il 70%. Per esacerbazione di malattia intendiamo quel peggioramento improvviso della patologia nel soggetto che ha una patologia respiratoria cronica, che richiede per esempio nel soggetto anziano con broncopneumopatia, l’utilizzo di corticosteroidi sistemici o l’utilizzo di antibiotici.

È chiaro che però è un’area di ricerca ancora in via di sviluppo e sarà importante il progetto “Necessaria”, progetto della provincia autonoma di Bolzano in cui sono coinvolto, che studierà l’efficacia dei sistemi di filtrazione dell’aria nel prevenire i problemi di salute nei bambini in età scolare.


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Il primo podcast che racconta l’importanza di respirare un’aria salubre in ogni ambiente: casa, scuola, ufficio. Un viaggio di scoperta e consapevolezza sui temi della qualità dell’aria indoor e sui pericoli dell’inquinamento negli ambienti confinati, dove condivideremo opinioni e consigli di esperti per migliorare la qualità dell’aria in modo significativo e capiremo perché la VMC – ventilazione meccanica controllata – è una tecnologia essenziale contro muffe e inquinamento indoor, per salvaguardare la salute nostra e degli edifici in cui viviamo.

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