Gas radon nelle scuole e nelle case: rischi e soluzioni
A scuola come a casa il gas radon può minacciare la salute, penetrando negli edifici attraverso crepe o fessure delle fondamenta e diventando pericoloso nei locali poco ventilati. Anche alcuni materiali da costruzione emettono radon. Trattandosi di un gas radioattivo, la sua presenza dovrebbe essere misurata per la sicurezza soprattutto degli edifici scolastici. Come? Scoprilo leggendo l’articolo.
Chiuso per radon: l’ospite sgradito
A marzo 2023 un asilo triestino è stato chiuso perché il livello di gas radon aveva sforato i limiti. Le scuole italiane presentano aule affollate, scarsamente ventilate e spesso surriscaldate. Un microclima che può portare a concentrazioni pericolose di anidride carbonica (CO2).
Secondo un’indagine della Commissione Europea del 2015, l’85% degli studenti nelle scuole primarie dell’UE è esposto a livelli di PM2.5 e PM10 superiori a quelli considerati sicuri dall’OMS. Quando poi si rilevano anche concentrazioni elevate di radon, la scuola smette di essere un luogo sicuro.
Il radon rappresenta una seria minaccia per gli ambienti scolastici.
Lo sapevi che sono stati riscontrati livelli elevati di gas radon in diverse scuole in tutto il Paese? Anche in Italia stanno nascendo progetti spontanei di “citizen science” nei quali i cittadini stessi sono coinvolti direttamente nella raccolta di dati ambientali.
Tra questi, nel 2019 in Trentino Alto Adige l’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima ha riproposto l’iniziativa di scienza collaborativa (“citizen science”) “Misura il radon a casa tua!” mettendo gratuitamente a disposizione di privati cittadini lo strumento (dosimetro) per misurare autonomamente il gas radon nella propria abitazione.
Parlando di ambienti scolastici, è importante che studenti, insegnanti e genitori siano consapevoli che potrebbe esistere un potenziale problema nella loro scuola. Gli istituti e le amministrazioni comunali dovrebbero preoccuparsi di verificare l’eventuale presenza di gas radon a scuola.
Infatti, l’unico modo per determinare se esiste un problema è testarlo. La buona notizia è che, per quanto reale sia la minaccia del radon, la sua concentrazione può essere ridotta fino a renderla innocua.
Gas radon e qualità dell’aria a scuola
Il tema della qualità dell’aria indoor per il benessere psico-fisico degli studenti è stato recentemente sollevato anche dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA). Se però di polveri sottili PM2.5 e PM10 si parla di più, del gas radon negli ambienti confinati (casa, scuola, uffici) si parla poco, benché possa causare gravi danni alla salute.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) lo identifica come secondo fattore di rischio per il cancro ai polmoni, al primo posto per i non fumatori. Anche dei danni da fumo di sigaretta (attivo e passivo) si è parlato tanto, mentre su questo gas inerte impercettibile perché inodore, circola ancora poca informazione.
Gas radon: che cos’è
Il Radon è una minaccia che viene dal suolo. È un gas naturale radioattivo, incolore e inodore:
- è presente in qualsiasi terreno con livelli di concentrazione diversi;
- si rileva in molte abitazioni in numerose regioni d’Italia, soprattutto al Nord (guarda la mappa “gas radon” per sapere dove si trova);
- è prodotto del decadimento radioattivo del radio, generato a sua volta dal decadimento dell’uranio, tutti elementi presenti, in quantità variabile, sulla crosta terrestre.
La principale fonte di immissione del gas radon è il suolo: la sua pericolosità scaturisce quando l’elemento si accumula in spazi chiusi scarsamente ventilati, quali per esempio abitazioni, uffici o scuole.
Dove si trova o si annida il radon in natura
Il radon viene generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre ed in particolar modo da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti ecc.
Anche se si stima che le concentrazioni di radon siano maggiori nei materiali di origine vulcanica, spesso si riscontrano elevati tenori di radionuclidi anche in altri tipi di rocce sedimentarie (marmi, marne, flysh ecc.).
Come si sposta il radon
Il radon si diffonde nell’aria dal suolo e, a volte, dall’acqua (nella quale può disciogliersi perché è solubile nei liquidi, soprattutto quelli organici). Negli spazi aperti, è diluito dalle correnti d’aria e raggiunge solo basse concentrazioni. Al contrario, in un ambiente chiuso, come può essere quello di una scuola o un’abitazione, il radon può accumularsi e raggiungere alte concentrazioni, configurandosi come elemento trai i più pericolosi in termini di “inquinamento indoor“.
Essendo un gas disciolto, il radon viene veicolato anche a grandi distanze dal luogo di formazione e può invadere anche le falde acquifere. Lo si può trovare pure in alcuni materiali da costruzione ricavati dal riciclo di materiali contaminati, quali i cementi e le ceramiche prodotti con scorie di alto forno, i mattoni prodotti con fanghi rossi (scarti della produzione dell’alluminio) e i cementi di origine pozzolanica.
Come il radon arriva dentro le scuole
Generalmente il gas radon giunge all’interno degli edifici che abitiamo (scuole, case, uffici) risalendo attraverso fessure e piccoli fori dalle cantine e/o dai piani seminterrati. Gli elementi più rilevanti per valutare l’influenza del radon sulla qualità dell’aria interna degli edifici sono:
- l’interazione tra edificio e sito del radon;
- l’uso di particolari materiali da costruzione.
Il gas radon può trovare strada facile per entrare a scuola o in casa sfruttando la differenza di pressione che esiste tra l’edificio e l’esterno: questa differenza produce un movimento convettivo che trascina il radon dal sottosuolo all’interno dell’edificio, facendolo passare attraverso ogni fessura.
Il radon ha grande capacità di penetrazione: ad esempio si può infiltrare attraverso il calcestruzzo, così come attraverso qualsiasi pavimento, fuga o tubazione.
Solitamente raggiunge scantinati, pianterreni e primi piani, più difficilmente i piani più alti perché il radon pesa più dell’aria, quindi tende a scendere. Prendendo come riferimento il seminterrato di un edificio, si stima che il rischio diminuisca del 20% per ciascun piano superiore (secondo i dati del Nuclear Safety Council).
Geograficamente parlando, la presenza di radon non è omogenea, ma piuttosto a macchia di leopardo. È comune che, nella stessa zona a rischio, edifici vicini (ad esempio un plesso scolastico e un condominio) presentino concentrazioni di radon molto differenti: un edificio potrebbe essere “molto contaminato” mentre l’edificio accanto risultare “a rischio radon” quasi zero.
Proprio per questo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda di misurare il livello di radon: è l’unico modo per verificarne la presenza.
Il gas radon è la seconda causa di tumore ai polmoni
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha classificato il radon come sostanza cancerogena per l’uomo. Ad alte concentrazioni il gas radon è nocivo per la salute perché, giungendo a contatto con i tessuti polmonari, può danneggiarli, provocando insorgenza di tumori.
Come già detto, la sua inalazione prolungata è considerata la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta, la prima causa per i non fumatori.
20.000 morti/anno in Europa, 3.000 in Italia
Si stima che il radon sia la causa di morte per oltre 20.000 persone nella sola Unione Europea, ed oltre 3.000 in Italia, tra il 3% e il 14% dei casi totali di malattie polmonari incurabili.
Normativa sul radon
Cosa dice la legge in tema “radon”? Quali sono le norme da seguire per non farsi cogliere impreparati di fronte ad un potenziale problema così pericoloso per la salute?
- Già nel 2009 l’Oms aveva stabilito che la media annuale del radon indoor non doveva superare i 100 becquerel per metro cubo (il Bq è l’unità di radioattività). Se per “specifiche circostanze” la media indicata non poteva essere soddisfatta, l’ente che definisce le politiche di prevenzione indicava una media massima di 300 Bq/m3, dato ipotizzato dalla direttiva europea.
- Sin dal 2013, l’Unione Europea aveva sollecitato gli Stati membri a progettare un piano nazionale per ridurre al minimo l’esposizione dei cittadini al gas radon. Tale piano deve prevedere misure specifiche per la costruzione di alloggi e la loro vendita, ma anche misure per edifici pubblici inclusi ospedali e scuole in aree a rischio.
- La direttiva 59/203/Euratom stabilisce “norme di sicurezza di base per la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti”, compreso il radon.
- La Comunità Europea e lo Stato Italiano hanno emesso una serie di atti normativi a tutela della salute della popolazione contro il rischio radon (Raccomandazione Euratom 143/90) e dei luoghi di lavoro (Dlgs 101/2020).
Se l’obiettivo 11 dell’Agenda ONU 2030 è quello di “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”, il rischio radon a scuola dovrebbe essere considerato una priorità sulla quale intervenire presto.
Come si misura il radon a scuola o a casa
Essendo un gas incolore e inodore, come già detto, l’unico modo per verificare la presenza di radon e misurarlo. Ma in che modo si rileva il gas radon? Esistono vari metodi di misurazione, ma bisogna sapere che nessuna misurazione può essere eseguita istantaneamente o a breve termine. Non si misura una volta per tutte, si tratta piuttosto di un processo di misurazione che deve tenere conto dell’oscillazione dei livelli di radon in funzione di tante variabili:
- quantità di uranio contenuta nelle rocce e nel sottosuolo;
- condizioni climatiche e stagione dell’anno;
- abitudini di chi vive nell’edificio.
Per questo motivo, è necessario installare un rilevatore per un periodo minimo che va da tre mesi a un anno: gli esperti raccomandano questo criterio, che dovrà includere nella misurazione soprattutto i mesi invernali quando il radon nel sottosuolo è più attivo.
L’unità di misura della concentrazione di radon nell’aria, secondo il Sistema di Unità Internazionale (SI), è espressa in Becquerel per metro cubo (Bq/m3), dove il Becquerel indica il numero di disintegrazioni al secondo di una sostanza radioattiva.
Il gas radon deprezza l’edificio
Quando si acquista, si ristruttura o si costruisce una casa, è necessario sapere qual è il rischio radon della zona. Soprattutto se si trova al pianterreno o al primo piano. L’OMS raccomanda di richiedere un certificato che garantisca livelli non superiori ai 100 Bq/m3.
Se per varie ragioni ciò non fosse possibile, esistono interventi in grado di mitigare il rischio radon. Vediamo di seguito quali.
Come mitigare i rischi: soluzioni alla minaccia radon
La miglior soluzione per proteggersi dal gas radon è la realizzazione di vuoti sanitari nelle fondazioni che, opportunamente ventilati, permettano la dispersione delle particelle di radon all’esterno dell’edificio. Quando non sia possibile realizzare i vuoti sanitari nelle fondamenta, abbiamo gli strumenti e le conoscenze per contrastare questo grave pericolo ambientale.
Altro mezzo efficace per ridurre le alte concentrazioni di radon è quello di usare degli scambiatori d’aria VMC con recupero di calore. I moderni sistemi di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) possono diluire moltissimo la concentrazione di radon presente nell’aula scolastica o nell’abitazione a patto che lo scambiatore d’aria sia in grado di ricondurre alla soglia “accettabile” la concentrazione di radon.
Senza scendere troppo nei dettagli tecnici, è consigliato scegliere un sistema di ventilazione che consenta di gestire una leggera sovrappressione (o pressione positiva) nell’ambiente ventilato.
In parole povere, la sovrappressione porta dentro il locale più aria di quella che estrae.
Tenendo conto del rischio radon, i sistemi della gamma VMC Helty per le scuole (Community) vengono forniti o possono essere configurati in fase di installazione in modo da consentire questo “sbilanciamento” (sovrappressione).
E poi, i sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) a doppio flusso con recupero di calore hanno il vantaggio di ridurre i rischi radon anche negli edifici già esistenti ove non si può intervenire diversamente.
Scopri la gamma VMC HELTY
Dotare case e scuole di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) non è un di più e neppure un lusso, è un’azione di salvaguardia del patrimonio salute per garantire accessi sicuri agli abitanti.
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