Cosa fare se hai la muffa in casa ? Facciamo chiarezza sulle soluzioni
Con il termine “muffa” si intende una tipologia di microrganismi appartenente al vastissimo gruppo dei funghi, un insieme che conta oltre un milione di miceti differenti. Le muffe possono formarsi e crescere sia in ambienti aperti che chiusi: le varietà in grado di proliferare in un contesto domestico sono circa trecento.
Questi microrganismi presentano caratteristiche diverse per quanto riguarda la loro nascita, crescita e riproduzione, per come si adattano all’ambiente e interagiscono con altri esseri viventi. Ad esempio, le muffe che si sviluppano sui muri delle case sono diverse da quelle che proliferano su alcuni tipi di formaggio: entrambe sono differenti dalle muffe che si formano su vestiti di pelle o lana lasciati a lungo negli armadi.
Le case odierne tendono ad essere più ermetiche rispetto a quelle del passato: gli interventi di risparmio energetico (cappotto termico, nuovi infissi termici ecc.) sono eccellenti per contenere i consumi energetici, ma “sigillano” le nostre abitazioni che – in mancanza di idonea ventilazione – tendono a diventare terreno fertile per le muffe.
Cause della muffa in casa: analisi e soluzioni
La formazione di muffa negli edifici è una problematica diffusa e spesso complessa da risolvere, con implicazioni che spaziano dall’estetica alla salute degli abitanti, senza tralasciare i danni strutturali a lungo termine.
Le cause principali di questo fenomeno, che affligge sia edifici residenziali che commerciali e industriali, si possono ricondurre a fattori legati alla gestione dell’umidità e al comportamento termico dell’edificio.
Analizzare a fondo le dinamiche alla base di queste cause diverse aiuta a comprendere meglio quali siano le soluzioni più efficaci e durature.
Le principali cause della formazione della muffa che analizzeremo sono:
Ponte termico
Infiltrazioni
Umidità di risalita
Eccessiva umidità nell’aria
Abitudini di riscaldamento
Scarsa ventilazione
Approfondiamo ciascuna di queste problematiche e valutiamo come interventi strutturali, abitudini di riscaldamento corrette e sistemi come la VMC(Ventilazione Meccanica Controllata) possano agire in sinergia per prevenire e contrastare la formazione di muffa.
1. Ponte termico
Il ponte termico si verifica quando una parte della struttura dell’edificio presenta una discontinuità termica, ovvero quando alcuni punti dell’involucro edilizio presentano una resistenza termica inferiore rispetto al resto della struttura.
Ciò accade frequentemente in corrispondenza di giunzioni, angoli, travi, colonne e vani finestra. In questi punti infatti il flusso di calore è più elevato ed è più facile che si crei una maggiore dispersione termica verso l’esterno.
In altri termini, i ponti termici sono “punti freddi”, cioè delle zone dell’edificio dove si disperde maggiormente il calore interno verso l’esterno: generano muffe e condensa, variazioni di temperatura, riduzione del comfort termico e aumento dei consumi energetici.
Il ponte termico è una delle principali cause di formazione della muffa perché, in corrispondenza di queste aree, si generano superfici più fredde rispetto all’interno dell’edificio. Quando l’aria calda interna entra in contatto con queste superfici fredde, l’umidità si condensa, creando l’ambiente ideale per lo sviluppo di muffe.
Soluzione: la risoluzione del ponte termico richiede interventi strutturali, come l’isolamento termico continuo che elimina le discontinuità. La VMC può essere di supporto, ma è importante sottolineare che non risolve il problema alla radice. Tuttavia, contribuendo a mantenere il livello di umidità internaottimale, la VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) può ridurre l’incidenza di condensa sui ponti termici, mitigando temporaneamente la formazione di muffa.
2. Infiltrazioni
Le infiltrazioni rappresentano una delle cause più comuni e gravi di umidità negli edifici. L’acqua può penetrare all’interno attraverso certi difetti nella struttura dell’edificio, come crepe, giunti mal sigillati omateriali da costruzione deteriorati. Le infiltrazioni sono particolarmente frequenti nei punti in cui la copertura si unisce alle pareti perimetrali, nelle giunzioni delle finestre e nelle zone dove il drenaggio dell’acqua non sia stato adeguatamente progettato.
Quando l’acqua penetra all’interno della struttura, aumenta l’umidità relativa in modo significativo, fornendo condizioni ideali per la proliferazione delle muffe. Le infiltrazioni non solo aumentano l’umidità, ma causano anche danni alle strutture portanti, alle superfici e agli impianti.
Soluzione: la prevenzione e la risoluzione delle infiltrazioni richiede un’attenta progettazione e manutenzione dell’involucro edilizio, con particolare attenzione a impermeabilizzazioni, giunti e sistemi di drenaggio. La VMC, in questo caso, non ha un ruolo determinante poiché la fonte di umidità è esterna e richiede interventi diretti di riparazione o sostituzione degli elementi strutturali danneggiati. Può invece essere un’ottima alleata, una volta risolto il problema strutturale, per assicurare un ottimale ricambio d’aria con relativo controllo dell’umidità interna e conseguente risparmio energetico.
3. Umidità di risalita
L’umidità di risalita è un fenomeno che si verifica quando l’acqua presente nel terreno viene assorbita dalle murature per effetto capillare, risalendo lungo le pareti perimetrali degli edifici. Questo problema è particolarmente diffuso in edifici datati, privi di adeguati strati impermeabili alla base delle fondamenta.
La risalita capillare porta alla formazione di macchie umide e sfarinamenti sulle superfici interne, spesso accompagnata dalla crescita di muffe. È un problema complesso, poiché interessa non solo l’aspetto estetico e igienico, ma può deteriorare anche i materiali da costruzione, come il laterizio e l’intonaco.
Soluzione: l’eliminazione dell’umidità di risalita richiede seri interventi alla base dell’edificio con metodi come l’iniezione di barriere chimiche impermeabili, il taglio della muratura o il rifacimento delle impermeabilizzazioni alla base. Anche in questo caso, la VMC non è una soluzione adatta, poiché la causa dell’umidità è legata al contatto diretto tra il terreno e la struttura edilizia. Una volta “bonificato” l’edificio dall’umidità di risalita, la VMC sarà utile a mantenerlo in ottimo stato di conservazione, contribuendo a mantenerne il valore economico nel tempo.
4. Eccessiva umidità nell’aria
Un ambiente interno con eccessiva umidità nell’aria favorisce la formazione di condensa sulle superfici fredde e, di conseguenza, la crescita di muffa. L’umidità interna può derivare da molteplici fonti, come la cottura dei cibi, le docce o il vapore generato dalle lavatrici e altre attività quotidiane. In particolare, se l’aria non viene correttamente ricambiata, l’umidità tende ad accumularsi, aumentando il rischio di condensa.
Questo fenomeno è particolarmente rilevante in edifici ben isolati termicamente, dove la scarsa dispersione termica può, paradossalmente, peggiorare la situazione se non si adottano adeguati sistemidi ventilazione. L’apertura manuale delle finestre non è sufficiente a mitigare il problema perché è necessario che il ricambio d’aria sia ininterrotto e costante.
Soluzione: in questo contesto, la VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) gioca un ruolo fondamentale poiché consente un controllo accurato dell’umidità interna attraverso un ricambiocontinuo dell’aria. L’efficienza della VMC nell’espellere l’aria umida ed esausta e introdurre aria fresca, asciutta e filtrata permette di mantenere sotto controllo i livelli di umidità, prevenendo così la formazione di condensa e muffa senza sprecare energia.
5. Abitudini di riscaldamento
Le abitudini di riscaldamento scorrette, come l’accensione e lo spegnimento continuo dei sistemi di riscaldamento o il riscaldamento di alcune stanze e il mantenimento di altre a basse temperature, possono contribuire in modo significativo alla formazione di muffa. Così, chi pensava (erroneamente) di risparmiare sui costi di riscaldamento, si trova invece una bella gatta da pelare.
Il riscaldamento disomogeneo provoca differenze di temperatura tra le stanze, generando superfici più fredde su cui l’umidità tende a condensarsi. Inoltre, il riscaldamento incostante può favorire un aumento dell’umidità relativa, soprattutto in presenza di scarso ricambio d’aria.
Soluzione: è importante adottare un regime di riscaldamento omogeneo e continuo. Le tecnologie moderne, come i sistemi di riscaldamento a pavimento o le caldaie a condensazione, permettono un riscaldamento più efficiente e uniforme, contribuendo a ridurre i punti freddi dove la condensa si accumula. L’uso combinato degli stessi con un sistema VMC può ulteriormente migliorare il comfort ambientale, mantenendo stabili i livelli di umidità.
6. Scarsa ventilazione
La scarsa ventilazione è una delle principali cause della formazione di muffa poiché impedisce il ricambio dell’aria umida interna con aria fresca e asciutta. Negli edifici dove la ventilazione naturale è limitata, per esempio in quelli con finestre sigillate o in spazi chiusi come bagni e cucine senza adeguate aperture, l’umidità interna si accumula, aumentando il rischio di condensa.
Negli edifici di nuova costruzione o ristrutturati dove l’isolamento è molto efficiente e le finestre a tenuta d’aria riducono le perdite energetiche, la ventilazione naturale è spesso insufficiente ed è facile che si crei uno sgradevole quanto pericoloso accumulo di umidità.
Soluzione: in questo caso, la VMC rappresenta la soluzione ottimale. Garantisce un flusso d’aria continuo, mantenendo sotto controllo i livelli di umidità e migliorando sensibilmente la qualità dell’aria interna. È particolarmente indicata in spazi dove il ricambio d’aria è limitato o inadeguato. Si può facilmente alloggiare anche nel cassonetto.
La formazione di muffa negli edifici è un problema multifattoriale che richiede interventi differenziati. Sebbene la VMC sia una soluzione efficace per il controllo dell’umidità e la ventilazione, è importante evidenziare che essa non può risolvere problemi legati a infiltrazioni, umidità di risalita o ponti termici, per i quali sono necessari interventi strutturali mirati.
Solo una visione complessiva, che tenga conto di tutte le cause e delle possibili soluzioni combinate, può garantire la prevenzione della muffa e il mantenimento di ambienti salubri e confortevoli.
Un consiglio?
Che si tratti di nuove costruzioni o di ristrutturazioni, progettare la VMC puntuale fin da subito protegge da tanti problemi che potrebbero facilmente crearsi in seguito.
I cantieri nei quali non è stata prevista fin da subito la VMC sono destinati a fare i conti con delle brutte sorprese.
Piuttosto, se il budget disponibile non consente di installare subito la VMC puntuale, in fase di cantiere conviene comunque già fare la predisposizione per l’impianto che sarà completato in seguito, anche un po’ alla volta.
Risparmiare sulla VMC non paga: le contestazioni degli utenti finali costano molto più della VMC.
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Le domande più frequenti
Che legame c’è tra VMC e gestione dei ponti termici?
La gestione dei ponti termici tramite sistemi di isolamento da una parte evita punti freddi di dispersione ma dall’altra rischia di rendere ermetici gli edifici, compromettendo la ventilazione degli ambienti indoor. L’introduzione della VMCcon recupero di calore permette di assicurare un corretto ricambio d’aria in ambienti isolati termicamente senza vanificare gli investimenti nell’efficientamento energetico.
Cos’è la sindrome dell’edificio malato (Sick Building Syndrome)?
La Sindrome da Edificio Malato indica una particolare situazione in cui coloro che occupano gli spazi di un immobile con condizioni ambientali insalubri o inquinamento indoor manifestano problemi di salute o malattie senza apparenti cause specifiche.
Quanto è frequente e come si origina la muffa da condensa?
La muffa da condensa è molto frequente, tanto che è la seconda causa di patologie edilizie, e si origina per l’eccessiva umidità in ambienti interni con ricambio d’aria insufficiente.
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