Ambienti a rischio radon
È soprattutto in casa, nelle scuole e nei luoghi di lavoro che le persone sono maggiormente esposte al rischio Radon. La concentrazione gassosa del gas Radon dipende da quanto uranio è presente nel terreno sottostante l’edificio. Il Radon migra dal suolo, o dai materiali da costruzione utilizzati, e penetra all’interno degli edifici attraverso fessure e crepe, ma anche dai passaggi dei vari impianti elettrici, termici o idraulici e dagli attacchi delle pareti.
Livelli di Radon più elevati si riscontrano generalmente nelle cantine, nei seminterrati, nei piani terra privi di vespaio aerato e in generale nei piani più bassi perché più vicini al suolo.

È facile che ci siano forti variazioni di concentrazione di Radon a seconda dello spazio e del momento in cui lo si misura: edifici vicini possono avere concentrazioni molto differenti e diversa è pure la concentrazione tra il giorno e la notte, l’inverno e l’estate o le diverse condizioni metereologiche.
Il dato certo è che l’accumulo del gas radioattivo può essere favorito negli ambienti chiusi con scarsa circolazione d’aria e ricambio di aria insufficiente. Le più elevate concentrazioni sono di solito presenti nelle miniere, nelle grotte e nelle catacombe.
Persino negli stabilimenti termali le acque possono veicolare il Radon!
Le mappature condotte in Italia negli ultimi anni, pur eseguite con criteri e modalità differenti, non hanno portato a indicazioni univoche. Diciamo che dalle mappature si possono stabilire le aree a rischio Radon, nelle quali sarebbe obbligatorio per legge eseguire delle misurazioni annuali in tutti i luoghi di lavoro ad elevata concentrazione di Radon, non solo nei sotterranei o nei seminterrati.