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Rischio Radon: cos’è e come misurarlo

Progettare edifici energeticamente efficienti non basta più: serve un approccio integrato che tenga in equilibrio isolamento, comfort termico e qualità dell’aria, anche dal punto di vista del rischio Radon.

gas radon casa

Cos’è il Radon

Il Radon è un gas naturale nobile, incolore e inodore, che proviene dal decadimento di uranio e radio. È l’elemento chimico denominato con simbolo “Rn” e con massa atomica 222. Questo gas naturale è radioattivo e pericoloso per la salute umana quando inalato in quantità significative: per questo motivo la misurazione del Radon deve essere eseguita quando ci sono i presupposti per la sua presenza nell’aria. Il Radon è cancerogeno, per proteggersi è essenziale misurarne i livelli, migliorare la ventilazione e adottare interventi mirati di risanamento.

A differenza della CO2, il Radon è difficile da prevedere.

Dove si trova il Radon

Il Radon è presente naturalmente nel suolo, in concentrazioni che vanno da qualche centinaio a oltre un milione di Bq/metro cubo, nelle acque sotterranee e in rocce e materiali naturali che vengono spesso utilizzati come materiali da costruzione, quali il tufo, alcune tipologie di granito e il porfido.

All’aperto il Radon si diluisce e si disperde nell’aria, ma in casa e negli ambienti chiusi in genere si può accumulare, raggiungendo anche concentrazioni elevate. Essendo una sostanza gassosa si può spostare facilmente e sfuggire dalle porosità del terreno disperdendosi non solo nell’aria, ma anche nell’acqua.

Nei luoghi chiusi può raggiungere valori elevati che comportano rischi per la salute delle persone: ad esempio il Radon può penetrare nelle case attraverso fessure, crepe o punti aperti delle fondamenta, da tubature bucate, ma anche dagli stessi materiali impiegati per la costruzione di abitazioni, magazzini e locali di vario genere.

Radon in casa: quanto è pericoloso?

Tra le fonti di radiazioni ionizzanti, il Radon è il principale pericolo per l’essere umano. Ogni anno in Italia si registrano 3.200 morti per tumori ai polmoni causati dal Radon (Studio Istituto Superiore di Sanità, 2008). È considerato la seconda causa di morte per tumore ai polmoni dopo il fumo di sigaretta. Lo studio ISS evidenziava che in Italia su un totale di 32.000 decessi/anno per tumore polmonare, il 10% fosse causato dal Radon.

Un tempo queste informazioni non erano note, ma ora che si conoscono è fondamentale mettere in atto un’opportuna prevenzione che deve cominciare dalla misurazione del Radon negli ambienti in cui viviamo, che possono essere a rischio.

Ambienti a rischio radon

È soprattutto in casa, nelle scuole e nei luoghi di lavoro che le persone sono maggiormente esposte al rischio Radon. La concentrazione gassosa del gas Radon dipende da quanto uranio è presente nel terreno sottostante l’edificio. Il Radon migra dal suolo, o dai materiali da costruzione utilizzati, e penetra all’interno degli edifici attraverso fessure e crepe, ma anche dai passaggi dei vari impianti elettrici, termici o idraulici e dagli attacchi delle pareti. 

Livelli di Radon più elevati si riscontrano generalmente nelle cantine, nei seminterrati, nei piani terra privi di vespaio aerato e in generale nei piani più bassi perché più vicini al suolo.

gas radon scuola

È facile che ci siano forti variazioni di concentrazione di Radon a seconda dello spazio e del momento in cui lo si misura: edifici vicini possono avere concentrazioni molto differenti e diversa è pure la concentrazione tra il giorno e la notte, l’inverno e l’estate o le diverse condizioni metereologiche.

Il dato certo è che l’accumulo del gas radioattivo può essere favorito negli ambienti chiusi con scarsa circolazione d’aria e ricambio di aria insufficiente. Le più elevate concentrazioni sono di solito presenti nelle miniere, nelle grotte e nelle catacombe. 

Persino negli stabilimenti termali le acque possono veicolare il Radon!

Le mappature condotte in Italia negli ultimi anni, pur eseguite con criteri e modalità differenti, non hanno portato a indicazioni univoche. Diciamo che dalle mappature si possono stabilire le aree a rischio Radon, nelle quali sarebbe obbligatorio per legge eseguire delle misurazioni annuali in tutti i luoghi di lavoro ad elevata concentrazione di Radon, non solo nei sotterranei o nei seminterrati.

 

Come si misura il radon

La radioattività del Radon si misura in Becquerel (Bq) dove un Becquerel corrisponde alla trasformazione di un nucleo atomico al secondo. 

Per essere più corretti va precisato che l’unità di misura della concentrazione di Radon in aria è il Becquerel per metro cubo (Bq/m3), ovvero il numero di decadimenti radioattivi di atomi di radon che avvengono in un secondo in 1 m3 d’aria. 

In aria libera la concentrazione di Radon non supera in genere i 10 – 20 Bq/m3, ma negli ambienti chiusi, come stanze, cantine, luoghi di lavoro sotterranei, il gas Radon può accumularsi e raggiungere concentrazioni molto maggiori, da poche decine di Bq/m3 fino a centinaia o migliaia di Bq/m3.

Per determinare la concentrazione di Radon si utilizzano vari strumenti di misura:

  • Dosimetri di tipo passivo (non necessitano di essere alimentati da corrente elettrica) che forniscono un valore medio di concentrazione in un dato intervallo di tempo. Sono utilizzati per misure a lungo termine. Infatti, per valutare la presenza di Radon in un ambiente confinato, è consigliata la misura annuale. Di norma si suddivide il periodo in 2 semestri perché la concentrazione di tale gas nell’arco dell’anno subisce notevoli fluttuazioni dovute a fattori climatici e abitudini di vita. Si parla appunto di concentrazione media annuale di attività Radon.
  • Strumenti per la misura in continuo di tipo attivo (necessitano di essere alimentati da corrente elettrica): si utilizzano prevalentemente per misure di breve durata per avere informazioni più dettagliate sulle fluttuazioni nel tempo del Radon.

Misurazione radon: per quanto tempo?

Come abbiamo già detto, la concentrazione del Radon varia, oltre che da zona a zona del territorio e da casa a casa, anche nel tempo, a causa dei numerosi fattori che condizionano questo fenomeno. La presenza del Radon in un ambiente chiuso varia continuamente sia nell’arco della giornata (generalmente di notte si raggiungono livelli più alti che di giorno) che stagionalmente (di norma in inverno si hanno concentrazioni maggiori che in estate). Quindi, per ottenere una misurazione significativa del livello di Radon medio cui si è esposti all’interno di un’abitazione, è importante che la misura si protragga per tempi lunghi, generalmente un anno. 

In questo caso, a seconda del tipo di strumentazione impiegata, la misura può articolarsi in uno o più rilievi consecutivi. 

I locali più idonei per valutare il livello di Radon in un’abitazione sono quelli più frequentati dagli occupanti, ad esempio la camera da letto, il soggiorno, ecc.; in genere vengono esclusi il bagno e la cucina (salvo che si tratti di ampi locali ad uso soggiorno), ripostigli, garage, cantine. 

Rischio Radon: contributi per monitoraggi e risanamenti

Sono stati recentemente pubblicati i 2 Decreti che assegnano alle Regioni e alle Province Autonome i fondi per monitorare il Radon, per individuare le aree prioritarie (Art. 7, decreto-legge n. 69 del 13 giugno 2023) e per la progettazione e l’attuazione di interventi di riduzione e prevenzione della concentrazione di Radon (Art. 8). 

Si tratta di fondi strutturali molto attesi che aiuteranno a ridurre le concentrazioni di Radon. 

Sono il Decreto 1 del 2 gennaio 2025 e Decreto 3 del 3 gennaio 2025.

L’Articolo 2 del Decreto concerne il Programma triennale per l’individuazione delle aree prioritarie (AP). In un’area prioritaria (= Comune o raggruppamento di comuni o porzione di territorio) si stima che almeno il 15% degli edifici abbia superato il livello di concentrazione di radon di 300 Bq/m3

Questa definizione, riportata nel D.Lgs. 101/2020 viene dettagliata all’interno del Piano nazionale d’azione per il radon (PNAR) che definisce il numero minimo di unità immobiliari da campionare nel caso di comuni di piccole dimensioni.

mappa gas radon

Ad oggi, le prime Regioni che hanno già individuato le Aree Prioritarie sono:

  • Sardegna
  • Piemonte
  • Lombardia
  • Friuli Venezia Giulia
  • Toscana

Il Decreto ha per ora stanziato risorse per complessivi 30 milioni di euro per realizzare il programma, così suddivisi:

  • 10 milioni di euro, iscritti in conto residui, per l’anno 2023
  • 10 milioni di euro per l’anno 2024
  • 10 milioni di euro per l’anno 2025.

Un successivo Decreto stabilirà come detti fondi dovranno essere spesi dalle Regioni e dalle Province Autonome e con quali modalità.

Radon indoor: strategie per il monitoraggio e la sua riduzione

Dal primo gennaio 2025, il livello di riferimento per il Radon negli edifici residenziali nuovi è 200 Bq/m³.  Come già detto, il Radon è considerato una delle principali cause di problematiche legate alla salubrità dell’aria indoor, soprattutto nei contesti residenziali e lavorativi. 

Monitorare le concentrazioni di Radon è essenziale per la valutazione di interventi di risanamento. 

Non è necessario eliminare il Radon (e non sarebbe neppure possibile), però si può mitigarne il rischio e rendere innocui gli accumuli pericolosi per la salute umana, riducendoli.

Serve la giusta radioprotezione che è quella di proteggere la salute umana e l’ambiente dagli effetti dannosi delle radiazioni ionizzanti.

Come recita l’acronimo ALARA “As Low As Reasonably Achievable” (Tanto Basso Quanto Ragionevolmente Possibile), è essenziale e necessario ridurre l’esposizione alle radiazioni a livelli minimi ragionevolmente ottenibili, al netto di fattori tecnici, economici e sociali legati all’utilizzo delle radiazioni.

Una volta accertata la presenza di Radon si può diminuirne la concentrazione, e quindi la pericolosità, attraverso una serie di possibili interventi, quali:

  • pressurizzazione del terreno
  • aspirazione dell’aria interna
  • aerazione dell’ambiente
  • ventilazione del vespaio
  • pressurizzazione dell’intero edificio
  • sigillatura di crepe e fessure presenti in muri o in pavimenti
  • impermeabilizzazione del pavimento
  • isolamento delle porte comunicanti con le cantine.

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Le domande più frequenti

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