Effetti dell’inquinamento domestico sulla salute di bambini e adulti
Effetti dell’inquinamento domestico sulla salute di bambini e adulti
Qual è il rapporto tra qualità dell’aria interna e salute, e tra polveri sottili e malattie respiratorie? Quali sono le malattie causate dall’inquinamento e dalla muffa in casa? Leggi l’intervista al Prof. Giovanni Viegi, uno dei massimi esperti di malattie respiratorie e allergiche.
Prof. Viegi, lei è uno dei massimi studiosi italiani di malattie respiratorie/allergiche. Quali sono le caratteristiche delle malattie respiratorie/allergiche oggi?
Le malattie respiratorie/allergiche hanno una frequenza elevata nella popolazione generale. I sintomi più comuni sono: tosse, espettorato (catarro), respiro sibilante, difficoltà di respiro, costrizione toracica, naso chiuso o naso che cola, al di fuori dei comuni raffreddori.
Tali malattie sono di natura multifattoriale, riconoscendo fattori di rischio individuali ed ambientali.
Tra i fattori di rischio individuali, vanno ricordati: la familiarità per malattie respiratorie ed allergiche; le malattie infettive respiratorie nell’infanzia; la predisposizione a reazioni allergiche; l’abitudine al fumo.
Tra i fattori di rischio ambientali, si annoverano le esposizioni a: fumo di seconda e/o di terza mano; inquinamento atmosferico esterno; inquinamento atmosferico interno; polveri, fumi, gas in ambiente lavorativo.
Lei è stato tra i firmatari del Documento sull’ inquinamento atmosferico ed i cambiamenti climatici. Secondo i vostri studi recenti, a cosa si può attribuire l’aumento delle malattie respiratorie?
Sì, l’aumento è consistente e si può attribuire sia all’abitudine al fumo di tabacco, sia alle esposizioni ambientali ed occupazionali che agli effetti dei cambiamenti climatici.
Il nostro gruppo di ricerca ha eseguito due indagini epidemiologiche longitudinali su campioni rappresentativi della popolazione generale, viventi nell’area del Delta del Po e nell’area urbana e suburbana di Pisa.
In entrambe le popolazioni, chi, rispondendo al questionario, riportava esposizione a fattori dirischio ambientali aveva più frequentemente sintomi e malattie respiratorie, compresa la riduzione della funzione respiratoria.
Più recentemente, abbiamo partecipato a studi che hanno utilizzato i “big data” e metodiche di intelligenza artificiale per valutare gli effetti degli inquinanti atmosferici esterni e dei cambiamenti climatici. Per questi ultimi, si è riscontrata un’associazione delle temperature estreme (in particolare quelle elevate) con l’aumento della mortalità e dei ricoveri ospedalieri.
Dagli anni 80 ad oggi, lei è stato relatore in oltre 250 congressi nazionali e oltre 110 internazionali sul tema ed è autore di 435 articoli pubblicati su riviste scientifiche. Vuole darci 2 fotografie dell’andamento: una degli anni 80 / 90 e una odierna?
Certo, credo utile descrivere i risultati del confronto temporale tra gli anni ottanta e gli anni 2010 sul campione di popolazione generale che ha partecipato a 3 indagini trasversali effettuate nell’area di Pisa nel 1985-88, 1991-93, 2009-11.
Tutti i soggetti hanno compilato un questionario standardizzato sullo stato di salute e sui fattori di rischio; un sotto-campione ha eseguito la spirometria. Nel corso delle indagini è stato osservato un trend crescente nei tassi di prevalenza di tutti i sintomi/malattie respiratorie: attuali attacchi di asma (prevalenza dalla 1a alla 3a indagine: 3,4–>7,2%), rinite allergica (16,2–>37,4%), catarro abituale (8,7–>19,5%) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) (2,1–>6,8%) sono più che raddoppiati.
L’analisi dei fattori di rischio ambientali ha messo in evidenza il ruolo della quantità di sigarette fumate in vita, dell’esposizione lavorativa e della residenza urbana (rispetto a quella sub-urbana).
Quali sono oggi le fonti inquinanti indoor più pericolose, secondo le sue ricerche nazionali e internazionali?
Quindi, quale può essere l’impatto della scarsa qualità dell’aria indoor sulla salute respiratoria?
L’esposizione all’inquinamento atmosferico domestico può determinare effetti negativi sulla saluterespiratoria, quali: irritazione delle vie aeree superiori, infiammazione delle vie aeree, deterioramento dello sviluppo polmonare, infezioni respiratorie acute, tubercolosi, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), rinite e tumore polmonare.
Tra le patologie edili, la muffa è forse quella più diffusa. C’è una relazione tra asma e muffa?
Negli ambienti indoor è presente una grande varietà di agenti microbiologici che comprendono: microrganismi (virus, batteri, muffe, lieviti, funghi, protozoi, alghe); insetti, aracnidi (acari); materiale biologico derivato (frammenti di esoscheletro, escreti, tossine); derivati di animali domestici (rilasciati da saliva, forfora e urina); materiale organico di origine vegetale (pollini).
Le principali fonti indoor di muffe sono: condizioni in cui è presente umidità in eccesso e scarsa ventilazione; oggetti e materiali umidi; umidificatori/condizionatori d’aria non sottoposti a pulizia/manutenzione.
L’esposizione alla muffa/umidità è stata associata a: asma, sintomi asmatici, sibili, bronchite, rinite, iperreattività bronchiale, ostruzione bronchiale, tosse.
Le sue ricerche hanno indagato anche i disturbi del sonno. Cosa ci può dire sul rapporto tra qualità del sonno e IAQ (Indoor Air Quality)? Come influisce la qualità dell’aria interna sul sonno?
L’apnea ostruttiva nel sonno (in inglese Obstructive Sleep Apnea – OSA) è un disturbo del sonno caratterizzato dal collasso ricorrente delle vie aeree superiori durante il sonno, con conseguente ipossia (insufficiente presenza di ossigeno nei tessuti) intermittente, interruzione del sonno e sonnolenza diurna. Alcuni autori hanno osservato che l’aumento della concentrazione di particolato (PM10) nella camera da letto può determinare un’accentuata gravità dell’OSA.
Per quanto riguarda i bambini, una revisione sistematica ha mostrato che tra ambienti altamente inquinati e meno inquinati, ci sono differenze significative riguardo a: russare, avvio e mantenimento del sonno, iperidrosi notturna (sudorazione eccessiva), difficoltà respiratoria, apnea, saturazione notturna media e minima (per i bambini con anemia falciforme).
Cosa si può fare per mantenersi in salute? Quali consigli può dare a chi ci legge?
I miei consigli, riferiti alla salute respiratoria, sono:
Non fumare o svapare né frequentare ambienti dove sono presenti fumo o aerosol di seconda o terza mano; se si fuma in ambienti esterni prospicienti (es. terrazzi, giardini, cortili), aspettare almeno 4 minuti prima di rientrare in casa.
Non utilizzare combustibili fossili per cucinare o, almeno, utilizzare la cappa aspirante quando si cucina col gas; far controllare annualmente stufe e fornelli a gas da un professionista.
Non eccedere con l’uso di prodotti per la pulizia quali detergenti e detersivi, deodoranti e diffusori di profumi, incensi e candele profumate; ventilare gli ambienti durante e dopo l’uso; impiegare le quantità raccomandate dai produttori di detersivi e utilizzare i tappi dosatori per evitare di impiegare quantità eccessive di prodotto.
Far prendere aria agli abiti ritirati dalla lavanderia, prima di riporli negli armadi.
In presenza di nuovi arredi, cambiare con maggiore frequenza l’aria negli ambienti.
Eliminare gli allergeni presenti su arredi, abiti e biancheria.
Prediligere materiali da costruzione, vernici e adesivi che presentano livelli emissivi più bassi per gli inquinanti chimici indoor; evitare di soggiornare e riposare nelle stanze in caso di recente ristrutturazione e verniciatura; effettuare cambi frequenti di aria negli ambienti per almeno un paio di settimane.
Quanto è importante il ricambio d’aria? Ventilare aprendo le finestre, basta? Quale può essere il ruolo della VMC (Ventilazione Meccanica Controllata)?
Le azioni importanti del ricambio naturale d’aria sono: cambiare frequentemente l’aria aprendo di preferenza le finestre più distanti dalle strade maggiormente trafficate; controllare i livelli di qualità dell’aria presenti e previsti per la propria città e chiudere porte e finestre quando i livelli degli inquinanti sono elevati; tenere aperte le finestre durante le attività domestiche (cucinare, pulire, lavare, stirare ecc.); evitare elevati valori di temperatura e umidità dell’aria per prevenire l’aumento di inquinanti indoor chimici e la formazione e proliferazione di muffe, acari e altri agenti biologici.
Per quanto riguarda i sistemi artificiali, possono essere utili sia sistemi VMC (Ventilazione MeccanicaControllata) e HVAC (dall’inglese “Heating, Ventilation & Air Conditioning”, letteralmente “riscaldamento, ventilazione e aria condizionata”) sia depuratori/purificatori d’aria con filtri ad alta efficienza e che non emettano ozono. Naturalmente, occorre pulire regolarmente i filtri.
Lei è stato relatore alla Helty Air Academy: crede utile la contaminazione tra mondo della ricerca/medicina e mondo progettazione/costruzione edile?
L’esperienza di relatori alla Helty Air Academy, nella quale ho condiviso le mie competenze con un pubblico di progettisti, installatori e operatori del mondo dell’edilizia, è stata molto positiva. Abbiamo riscontrato interesse per la tematica ambiente e salute nel pubblico di progettisti, installatori e operatori del mondo dell’edilizia: molti non avevano mai sentito parlare prima degli effetti sanitari negativi della cattiva qualità dell’aria interna.
Come il mio collega ed io abbiamo affermato durante le nostre presentazioni, secondo il concetto olistico di salute (“One health”), riconoscendo il ruolo multifattoriale delle malattie respiratorie croniche, occorre concepire la prevenzione come un insieme di azioni multisettoriali per la rimozione dei fattori di rischio ambientali. Da questo punto di vista, il ruolo di progettisti, installatori e operatori del mondo dell’edilizia è essenziale per garantire una buona qualità dell’aria negli ambienti confinati, con effetti positivi sulla salute delle persone in quanto si può prevenire così l’insorgenza di malattie.
Parliamo di soggetti particolarmente suscettibili (a rischio). Ci sono studi recenti sul ruolo della qualità dell’aria per i bambini in età scolare e gli anziani?
Il mio gruppo di ricerca di Epidemiologia Ambientale Polmonare dell’Istituto di Fisiologia Clinica CNR di Pisa ha partecipato negli ultimi quindici anni a studi finanziati dall’Unione Europea (HESE, SINPHONIE nelle scuole, GERIE nelle residenze sanitarie assistite – RSA). La qualità dell’aria interna, in entrambi gli ambienti, si è rivelata insalubre.
Nelle scuole, specialmente italiane e francesi, si sono registrati valori elevati di PM10, CO2e muffe, con effetti negativi sulla salute respiratoria dei bambini (es. tosse secca notturna e rinite e riduzione della funzione respiratoria). Nelle RSA, si sono trovate associazioni di PM10, PM0.1, formaldeide e NO2con BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), mancanza di respiro, sibili, tosse, ostruzione e infiammazione delle vie aeree negli anziani.
Come vengono affrontati questi rischi negli altri paesi? È vero che nel nord Europa è prassi comune che le scuole siano dotate di VMC?
È vero. In Scandinavia, specialmente in Svezia, tutte le scuole sono dotate di sistemi di VMC: nello studio HESE quelle svedesi erano caratterizzate dai valori più bassi di inquinanti e da valori più elevati di ventilazione/minuto. La ricerca medica misura la ventilazione del paziente come ventilazione minuto (VE), ossia il prodotto tra volume corrente (VT) e frequenza respiratoria (FR), che quantifica quanti litri di aria entrano ed escono nelle vie aeree in 1 minuto.
L’ISS ha recentemente pubblicato un decalogo su come migliorare l’aria interna? Lei cosa ne pensa?
Credo sia molto utile per la divulgazione alla popolazione della problematica degli ambienti confinati. Penso quindi sia opportuno utilizzare questa intervista anche per ricordare il link al decalogo ISS per migliorare la qualità dell’aria domestica.
Pensa che la classe medica sia informata sui rischi della qualità dell’aria indoor?
Dipende dalla specializzazione. Credo che i medici di sanità pubblica (es. igienisti e medici del lavoro) e gli specialisti in malattie respiratorie siano sufficientemente informati. Sarebbe molto utile che il tema dei rischi connessi ad una cattiva qualità dell’aria indoor venisse svolto sia nel corso di laurea in medicina e chirurgia sia nei corsi di specializzazione quali medicina interna, cardiologia, malattie infettive, pediatria, geriatria, neuro-psichiatria, etc.
Prof. Viegi, qual è la domanda che manca in questa intervista?
Una cosa di cui non abbiamo ancora parlato e che mi sta a cuore è l’utilizzo in senso preventivo delle conoscenze che emergono dai nostri studi di epidemiologia ambientale. In particolare, auspicherei una maggiore attenzione da parte dei decisori politici che, basandosi su tali conoscenze e raccomandazioni che provengono dal mondo scientifico, potrebbero emanare provvedimenti importanti per migliorare la qualità dell’aria sia esterna sia interna.
Vogliamo chiudere in leggerezza? Ci racconta un aneddoto divertente che le è capitato? O magari una domanda particolarmente bizzarra che le è stata rivolta?
Alcuni anni fa, mi capitò di essere intervistato da un giornalista televisivo su aspetti relativi alle malattie respiratorie (fattori di rischio e consigli terapeutici): l’intervista fu trasmessa in un telegiornale nazionale. Il giorno dopo, in ambulatorio, una paziente mi disse “Dottore, ieri l’ho vista in televisione. Ha detto le stesse cose che mi dice durante le visite. Allora sono vere!”
Per approfondire
Inquinamento indoor: dagli effetti sulla salute ai rimedi
L’aria che respiriamo a casa, spesso è peggiore di quella esterna. Scopri tutto quello che c’è da sapere sull'inquinamento domestico e su come combatterlo con la VMC.
Nei sistemi VMC Helty l’aria esterna di rinnovo immessa negli ambienti indoor viene prima filtrata da uno speciale filtro ad alta prestazione che impedisce l’ingresso a polveri sottili sino alle PM2.5, polveri, smog e pollini.
Esistono soluzioni per eliminare le polveri sottili in casa?
La soluzione più interessante per ridurre le temibili polveri sottili dagli ambienti in cui viviamo è la VMC. Di fatto è l’unica che permette un ricambio dell’aria indoor completo e continuo. In più i sistemi VMC consentono di sostituire l’aria interna esausta con aria fresca ricca di ossigeno presa dall’esterno, recuperando il calore della prima e filtrando le impurità della seconda.
Posso installare la VMC in un edificio già abitato?
I sistemi VMC puntuali sono la soluzione ideale quando si fanno ristrutturazioni leggere o si interviene in edifici esistenti, perché non necessitano di canalizzazioni d’aria e non richiedono spazi per controsoffitti né vani tecnici dedicati.
Qual è la differenza tra un Purificatore d’aria e la VMC?
La principale differenza tra un Purificatore d’aria e un impianto VMC consiste nel fatto che mentre il primo filtra sempre la stessa aria, la VMC permette di avere un vero e proprio ricambio completo aumentando l’efficienza energetica degli ambienti, grazie al recuperatore di calore.
Le prestazioni dei sistemi di ventilazione Helty sono riconosciute dal Sigillo Qualità Casa Clima ed hanno ottenuto la validazione BioSafe
Respira salute
Il primo podcast che racconta l’importanza di respirare un’aria salubre in ogni ambiente: casa, scuola, ufficio. Un viaggio di scoperta e consapevolezza sui temi della qualità dell’aria indoor e sui pericoli dell’inquinamento negli ambienti confinati, dove condivideremo opinioni e consigli di esperti per migliorare la qualità dell’aria in modo significativo e capiremo perché la VMC – ventilazione meccanica controllata – è una tecnologia essenziale contro muffe e inquinamento indoor, per salvaguardare la salute nostra e degli edifici in cui viviamo.